L'ARTICOLO

Eredità digitali e criptovalute: come trasmetterle agli eredi?

In caso di decesso del titolare, a chi bisognerà rivolgersi per ottenere l’eredità? Come procurarsi le credenziali di accesso al wallet? Che fine farà l’eredità se non si riesce a recuperare la chiave d’accesso?

Queste sono alcune delle domande a cui cercheremo di dare risposta. Come potete intuire il tema non si esaurisce in questo breve articolo, ma necessiterà un approfondimento ulteriore data la complessità.

Il boom

Il 14 aprile 2021 il valore di Bitcoin ha raggiunto la cifra storica di 64.859 dollari.

Da quel momento tutti hanno sentito parlare di criptovalute: chi in TV, chi leggendo il giornale o chi semplicemente navigando in internet. In quei giorni non si parlava d’altro.

Allucinati dal valore e illusi da facili guadagni, molte persone hanno cominciato ad acquistare criptovalute, nonostante non avessero ancora compreso la tecnologia o il funzionamento di base.

Pian piano però l’illusione ha lasciato il posto alla realtà, e chi aveva cominciato per moda, ha ben presto abbandonato il “progetto”.

Tuttavia, nonostante alcuni ribassi e decrescite di valore, la strada sembra ormai tracciata e il fenomeno continua, seppur più lentamente rispetto al passato, a crescere.

Nuovi strumenti, nuovi problemi

Alla luce della incremento e della diffusione esponenziale delle criptovalute, è seriamente ipotizzabile che parte delle future, se non già attuali, ricchezze delle persone sarà costituito da Bitcoin o altre criptovalute.

Pertanto, è necessario riflettere su alcune nuove ed emergenti problematiche nell’ambito del diritto successorio.

Per esempio: In caso di decesso del titolare, a chi bisognerà rivolgersi per ottenere l’eredità? Come ottenere le credenziali di accesso al wallet? Che fine farà l’eredità se non si riesce a recuperare la chiave d’accesso?

Queste sono alcune delle domande a cui cercheremo di dare risposta in questo breve estratto.

Una normativa obsoleta

Le innovazioni tecnologiche (criptovalute, blockchain, token etc…) emerse negli ultimi anni hanno messo in luce la precarietà e l’inattualità degli istituti tradizionali nella trasmissione generazionale delle eredità digitali.

Le norme sulle successioni in Italia sono state infatti scritte quando le criptovalute ed addirittura internet ancora non esisteva.

Il nostro legislatore, infatti, non ha ancora previsto alcuna forma di trasmissione generazionale dei c.d. patrimoni digitali e questo potrebbe con il tempo causare alcuni problemi.

La mancanza di uniformità della legge e della definizione di “criptovaluta” tra gli stati, accresce i dubbi, generando molteplici contrasti tra ordinamenti.

Infatti, solo alcuni paesi hanno fin’ora regolamentato la questione delle eredità di criptovalute. Un esempio di ciò è rappresentato dallo “House Bill 345/2014” dello stato del Delaware.

Automazione risorsa o problema?

Se da un lato, l’automazione e la decentralizzazione sono il punto di forza delle criptovalute, dall’altro creano gravi difficoltà nella trasmissione dei patrimoni digitali agli eredi. Mettendo di fatto a rischio le aspettative degli eredi.

Pensiamo alla procedura con cui gli eredi contattano la banca del defunto per conoscere i rapporti esistenti. L’istituto bancario, una volta verificata la liceità della richiesta procede ad immettere nel possesso dei beni i soggetti legittimati.

Con la legge n. 101/2018, il Garante per la protezione dei dati personali (GDPR) ha specificato che «l’erede ha il diritto di accedere a tutti i dati personali concernenti il “de cuius” (ovvero la persona defunta), ivi comprese le informazioni attinenti a pregressi rapporti obbligatori di cui egli sia stato contitolare» e quindi ottenere dalla banca tutte le informazioni in suo possesso.

Nulla di più facile.

Questo è possibile quando il wallet è gestito da un fornitore individuabile in una persona fisica o comunque un insieme di queste. Essi, infatti, avranno l’obbligo di collaborare con gli eredi per garantire il loro diritto di ottenere i beni oggetto di successione.

La difficoltà invece sta proprio nel fatto che alcuni wallet, per garantire una maggior tutela ai propri clienti, automatizzano tutte le procedure. In questo caso nemmeno il gestore avrà contezza dell’account del defunto, ne tanto meno potrà forzarne l’accesso.

In questo caso il problema non è legato ad una lacuna legislativa ma ad un’impossibilità materiale, derivante dalla stessa natura delle criptovalute e del loro sistema di funzionamento.

Ecco che, una corretta ed avveduta programmazione patrimoniale risulta essenziale per tutelare la destinazione del proprio patrimonio in caso di decesso.

Anonimato

Un altro problema nella trasmissione delle eredità digitali sta nell’anonimato del titolare.

Nel caso, al contrario, il soggetto avesse un wallet a proprio nome non vi sarebbero problemi: gli eredi potrebbero contattare il gestore del servizio e chiedere vengano immessi nel possesso di quanto di proprietà del “de cuius”.

Ciò però non è sempre possibile.

Infatti, così come l’automazione anche l’anonimato, o meglio lo pseudonimo, è uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti le criptovalute.

Spesso coloro che detengono criptovalute utilizzano uno pseudonimo, che non è in alcun modo riferibile ad un soggetto determinato.

Questo crea un problema insuperabile, che può essere risolto solo attraverso la conoscenza della chiave crittografica privata. In questo modo gli eredi avrebbero accesso immediato a quanto posseduto in vita dal “de cuius”, senza necessità di alcuna autorizzazione.

Come trasmettere la password?

Ora qualcuno penserà: che problema c’è? Scrivo un testamento e indico la chiave privata, in modo tale che, anche in caso di gestione automatizzata del servizio, gli eredi possano facilmente accedere ai miei beni.

Sì, certamente.

Ma sei sicuro che vorresti comunicare a tutti gli eredi la tua chiave di accesso? E nel caso in cui volessi escludere dalla successione del tuo patrimonio digitale alcuni eredi?

La normativa italiana prevede infatti che il testamento, sia esse olografo o pubblico, venga pubblicato e letto agli eredi dopo il decesso.

In questo modo tutti gli eredi potranno conoscere la chiave privata del “de cuius” e potrebbero mettere a serio pericolo i diritti dell’erede specifico da te individuato.

Ecco quindi, come sia essenziale tutelare il diritto del “de cuius” di inibire l’accesso a queste informazioni ad alcuni eredi. Come fare?

Alcuni software e piattaforme offrono questo servizio.

Altrimenti una soluzione alternativa e sicuramente più immediata è indicare la password che dia accesso ad un ulteriore file crittografato, all’interno del quale sarà contenuta la chiave privata per l’accesso alle criptovalute.

Cosa fare se non si recupera la chiave privata?

L’ipotesi peggiore è quella in cui gli eredi, per mancata indicazione nel testamento o per morte improvvisa del “de cuius”, non conoscano la chiave privata del wallet.

In questo caso il gestore del servizio sarà obbligato a garantire l’accesso ai beni, limitatamente però al sistema.

Qualora infatti come abbiamo precedentemente indicato la procedura fosse totalmente automatizzata, neppure il fornitore del servizio potrà forzare l’accesso al wallet.

Pertanto, i diritti patrimoniali derivanti dalla successione del defunto saranno seriamente pregiudicati.

Considerazioni finali

Abbiamo visto come, nonostante il legislatore italiano ed europeo non abbiano ancora previsto una normativa ad hoc per quanto riguarda la trasmissione delle eredità digitali, il testamento, sia esso olografo o pubblico, risulta ancora lo strumento più idoneo.

Esso però non è sufficiente da solo per risolvere tutte le questioni legate alla trasmissione ereditaria, tanto di fatto quanto di diritto.

Ecco che, in questo contesto, una corretta ed avveduta programmazione patrimoniale risulta essere quanto mai determinante.

Il mancato rispetto delle norme o regole procedurali del sistema criptovalutario possono determinare l’inefficacia delle disposizioni “mortis causa”. Le criptovalute oggetto di eredità potrebbero infatti risultare inaccessibili per gli eredi, perdendosi definitivamente nel web.

Alla luce di quanto fin qui riportato è necessario pianificare la trasmissione delle eredità digitali, servendosi dell’aiuto di professionisti competenti, al fine di realizzare le tue volontà testamentarie.

Noi dello Studio Fabiani & Fabris possiamo seguirti in questo percorso, consigliandoti e programmando quanto più necessario per garantire la concreta trasmissione di eredità digitali ai tuoi eredi.

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